giovedì 27 febbraio 2014

DA POLSI A PADERNO DUGNANO

96 condanne e 28 assoluzioni inflitte nel processo di appello scaturito dall'operazione Crimine, condotta in modo congiunto a quella denominata Infinito che, invece, ha visto 41 condanne (tra cui Pino Neri, condannato a 18 anni e Carlo Chiriaco a 13 anni) e 3 assoluzioni in primo grado. Da Polsi, frazione di San Luca in provincia di Reggio Calabria, dove nel 2009 fu eletto capo-Crimine Domenico Oppedisano, a Paderno Dugnano, dove Pino Neri venne proclamato referente traghettatore della 'ndrangheta in Lombardia durante il summit 'ndranghetista svoltosi nel circolo Arci Falcone Borsellino. La 'ndrangheta ricopre il suolo italico con un'organizzazione sempre più strutturata, ma le indagini e i processi portano a galla il sistema.

INFINITO: http://www.stampoantimafioso.it/2012/12/06/maxiprocesso-infinito-la-sentenza/

CRIMINE: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/27/processo-crimine-pene-confermate-in-appello-500-anni-di-carcere-a-96-imputati/896841/

lunedì 24 febbraio 2014

MAFIA E POLITICA, INTERESSANTE RICOSTRUZIONE

Sul sito del Fatto Quotidiano, un' interessante ricostruzione dei rapporti tra mafia e politica nel Nord Italia. Compaiono i "nostri": Leonardo Valle, figlio del boss Francesco "don Ciccio" Valle, candidato con i Riformisti a Cologno Monzese; Giancarlo Abelli; Angelo Ciocca, il chiacchierone con il boss Pino Neri; Alessandro Cattaneo, sindaco più amato d'Italia che partecipava ad aperitivi elettorali  organizzati dal boss Pino Neri.

QUI IL LINK: http://www.ilfattoquotidiano.it/mafia-e-politica/

ESTATE LIBERI, APERTE LE ISCRIZIONI!

Anche questa estate, dopo il successo dell'anno scorso, a Vigevano si terrà il campo di Estate Liberi, organizzato dal presidio di Libera in Vigevano. Un importante progetto per puntare i riflettori su quel tesoro che sono i beni confiscati, recuperati dopo che i tentacoli mafiosi li sottrassero alla società.

Vigevano si trova nella Lomellina nord-orientale (Pianura Padana!). A Vigevano, in viale Artigianato 35, è ubicato il bene confiscato il 22 giugno 1995 al clan 'ndranghetista dei Valle. Capeggiata da Francesco Valle, classe 1937, la famiglia si trasferì dal quartiere Archi di Reggio Calabria a Vigevano, nei primi anni Ottanta. Un trasferimento motivato da una sanguinaria guerra di 'ndrangheta, che vide molti componenti dei Valle cadere vittima delle fucilate delle famiglie a loro opposte, i Geria-Rodà. A Vigevano il clan chiese ospitalità e rifugio al boss Giovanni Cotroneo, insediatosi in città dal 1965. Con l'appoggio di Cotroneo, i Valle riuscirono a creare un proprio business fondato su usura ed estorsione. I loro guadagni illeciti sono proseguiti per oltre un decennio, fin quando non vennero denunciati, nel 1992, dalla commerciante MariaGrazia Trotti, orefice vigevanese vittima del clan. Arrivò così l'arresto del clan ed i successivi processi e condanne per gli imputati, con l'accusa di usura, estorsione e associazione a delinquere. Il bene confiscato in viale Artigianato, conosciuto ai più come ex bar "Giada", era utilizzato dal clan per incontrare collaboratori e vittime. Dopo la confisca, il bene è stato assegnato a diverse associazioni, oggi è in gestione esclusivamente a "Caritas Diocesana", prende il nome di 'CASA JOSEPH', ed è utilizzato esclusivamente per l'accoglienza notturna di uomini italiani o stranieri, con regolare permesso di soggiorno. 


sabato 22 febbraio 2014

STASERA OSPITI DEL ROTARY

Ad inizio ottobre dell'anno scorso, Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa autori, tra l'altro, del libro Bucinnasco, sono stati ospiti nel ristorante Ludovico il Moro, alla frazione Sforzesca, davanti ai soci del Rotary Club Lomellina. In quell'occasione un imprenditore vigevanese ha segnalato che in città ci sono aziende che possono vendere i loro articoli a prezzi insostenibili per i rivali, perché i fondi arrivano dalla criminalità organizzata. QUI I LINK A RIGUARDO (http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2013/10/12/news/imprenditore-malavita-nelle-aziende-vigevanesi-1.7913987) e (http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2013/10/13/news/trotti-molte-aziende-qui-sono-finanziate-dal-crimine-1.7920156).

Questa sera saremo noi gli ospiti nel ristorante Ludovico il Moro, alla frazio Sforzesca, davanti ai soci del Rotaract Vigevano e Lomellina. Vedremo se salterà fuori qualcosa di interessante.

mercoledì 19 febbraio 2014

28 FEBBRAIO, TORNIAMO IN PISTA

Le ultime notizie riguardo al processo ai Valle - Lampada non sono delle migliori. Nei giorni scorsi il giudice Giusti (quello dell'elenco delle prestazioni sessuali, fornitegli dal clan in cambio di favori...) è stato arrestato per altre vicende sempre legate ad affari (suoi) con la 'ndrangheta.
Noi si torna in pista per parlare di argomenti già scritti e racconntati nel libro, e nuovi.
Il 28 febbraio saremo ospiti del "Minotauro cafè" di Vigevano, in corso Novara 44, alle 19:30. Si ricomincia dall'aperitivo...


martedì 18 febbraio 2014

PROCESSO VALLE-LAMPADA, RINVIO AL 7 LUGLIO

Il 17 febbraio è giunta la decisione di aggiornamento dell'udienza per il 7 luglio prossimo.

QUI LA MOTIVAZIONE: http://www.corrieredellacalabria.it/stories/cronaca/21315_milano_rinviato_il_processo_ai_valle-lampada/

VIGEVANO, DIARIO DEL CAMPO DI ESTATE LIBERI: LUGLIO 2013

DIARIO DEI CAMPI: POSSIAMO SEMPRE FARE QUALCOSA


Vigevano | 15 luglio 2013
In latino esiste una definizione per quelle parole che hanno tre significati, uno negativo, uno neutro e uno positivo. Si chiamano voces mediae e dipendono dal contesto in cui sono usate. Nella storia dell'antimafia esiste una di queste parole: famiglia.
CONTINUA QUI: http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8529

venerdì 14 febbraio 2014

GIANCARLO GIUSTI, GIUDICE AL SERVIZIO DELLA 'NDRANGHETA

Giancarlo Giusti, il magistrato dall'agenda (non) rossa in cui compilava un elenco di donne con cui era stato a letto. Donne usate come meri oggetti per la corruzione da parte della 'ndrangheta (Valle-Lampada), per avere favori in cambio dal giudice. Dopo la sospensione dal Csm e i 4 anni di carcere cui è stato condannato nel processo al clan dei videopoker lombardi, i Valle-Lampada, Giusti ha ricevuto un'altra ingiunzione d'arresto con l’accusa di corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa.
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/14/ndrangheta-operazione-contro-cosca-bellocco-arrestato-ex-giudice/880592/).

Di Giancarlo Giusti ce ne siamo occupati anche noi nel libro, ovviamente, essendo stato un personaggio chiave di quella "zona grigia" che ha permesso (e permette) alle mafie al Nord di ampliare il suo potere sempre più:

"Giancarlo Giusti è accusato di essere un giudice al servizio del clan calabro-milanese dei Lampada. In cambio di vari favori – che vanno dall'aggiudicazione di aste a nomine di custodi giudiziari, fino all'assegnazione pilotate di cause civili delicate – accetta viaggi e ospitalità a Milano negli hotel "Brun" e "Melia" (quello dove alloggiano abitualmente i calciatori vip quando sono a Milano con le loro squadre). Nel 2009 Giusti trascorre varie notti in compagnia di prostitute, tutte russe o comunque dell'est Europa, pagate dal clan per sdebitarsi dei favori ricevuti. Il magistrato apprezza a tal punto la compagnia delle algide
ragazze, tutte bionde e slanciate, che tiene un registro sul suo computer, con tanto di giudizio. «Olga? Bella donna, ottimo amore». «Anna V? Serata indimenticabile». «Notte d'amore con Natascia, ubriachi, cotti». Al telefono, invece, raccomanda che le ragazze fossero «tutte curve».
Giulio Lampada e Giusti si sono conosciuti a Venezia nel settembre del 2008, grazie al comune amico Vincenzo Giglio, il medico. Tra Giulio e il magistrato scoppia una grande amicizia. Interessata, ovviamente. I due sono soci occulti della Indres immobiliare. Si vedono spesso e parlano di tutto. Le confidenze al telefono si sprecano. I due amici scherzano e raccontano segreti e debolezze, si confidano. Lampada chiede suggerimenti giuridici e il magistrato li dà volentieri, ben consapevole del ruolo dell'altro, tanto che un pomeriggio sbotta «tu ancora non hai capito chi sono, sono una tomba. Ma io dovevo fare il mafioso, non il giudice»" (Pizza, sangue e videopoker, LaBarriera, pp. 130-131).



Sembra che abbia esaudito il suo sogno, come condanne e arresti confermano.

giovedì 13 febbraio 2014

VALLE, VERDETTO CASSAZIONE SOSPESO?

Da "Il Fatto Quotidiano.it": " ‘Ndrangheta a Milano, processo Valle: sentenza d’Appello verso annullamento. La Cassazione ieri ha accolto il ricorso dei legali contro l'ordinanza della corte d'Appello che nel 2013 bocciò la richiesta di ricusazione del giudice Martino, il quale giudicò i Valle già negli anni Novanta. La sentenza potrebbe essere annullata"

mercoledì 12 febbraio 2014

WORKSHOP ANTIMAFIA A GARLASCO

La mafia al Nord esiste, fattene una ragione!”, questo il titolo del workshop organizzato da Libera in Lombardia in collaborazione con Agesci nei giorni 15 e 16 febbraio a Garlasco, in provincia di Pavia. La mafia esiste, da decenni, anche nel territorio pavese e lomellino, negarne la presenza non fa altro (e non ha fatto altro) che permetterne la diffusione, fino ad una vera e propria colonizzazione silenziosa. Ad inizio anno, solo per citare l'episodio più recente, l'arresto di dieci persone ha riportato Pavia al centro del ciclone 'ndranghetista caratterizzato da estorsione ai danni di proprietari di un ristorante situato in un centro commerciale del capoluogo pavese. In tutta la provincia il numero di beni confiscati supera la quaranta unità e ancora fresco è il ricordo dell'arresto del boss Francesco Pelle, avvenuto a Pavia nel 2008, come la condanna (per ora in primo grado) all'ex direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, per “gli interessi economici della ‘ndrangheta garantendo appalti pubblici e proponendo varie iniziative immobiliari”. Lo scopo del gruppo di lavoro che si terrà a Garlasco è di porre l'attenzione sul fenomeno mafie al Nord: di come si ramifica tramite il giro delle slot machine (e il clan Valle-Lampada è sicuramente un esempio lampante, avendo avuto in mano i videopoker lombardi), l'Expo, il ciclo dei rifiuti e la movimentazione terra. Interverranno il referente regionale di Libera in Lombardia, Davide Salluzzo, l'ispettore capo della forestale, Graneroli ed il giornalista ed editore Giovanni Giovannetti, già vittima di intimidazioni di stampo mafioso per le sue inchieste.
Porre l'accento sulla presenza mafiosa è un primo passo importante per cominciare a sconfiggerle. Scegliere da che parte stare è il principio da cui procedere.