martedì 28 gennaio 2014

CORSICO, FIACCOLATA IN MEMORIA DI PIETRO SANUA

Corsico, dove la mafia c'era, dove la mafia c'è (come sottolineano le recenti notizie a riguardo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/08/ndrangheta-security-discoteche-milano-alle-cosche-dieci-arresti-barbaro-papalia/834956/), ricorda con una fiaccolata Pietro Sanua, ucciso dalla mafia il 4 febbraio 1995, quando la criminalità organizzata al Nord (a Corsico come a Vigevano) ancora "non c'era", ancora era un "fenomeno isolato", come sostenevano alcuni amministratori o esponenti delle istituzioni. 
Esserci, domenica 2 febbraio, sarà un importante segnale di contrasto, di non abbassamento della guardia, mai. Solo la consapevolezza dei cittadini e la presa di posizione di ognuno sconfiggerà le infiltrazioni.

2 FEBBRAIO 2014
FIACCOLATA IN MEMORIA
DI PIETRO SANUA
ucciso a Corsico il 4 febbraio 1995 in un agguato di stampo mafioso
Partenza ore 19.00 da Piazza Papa Giovanni XXIII - Corsico
Fiaccolata
Con la partecipazione della Sindaca Maria Ferrucci
Davide Salluzzo (referente regionale Libera Lombardia)
Lorenzo Sanua e Salvatore Borsellino
Aperitivo con i prodotti di Libera Terra
Pièce teatrale “Niente zucchero nel caffè” con Tindaro Granata e Francesca Porrini
tratto dallo spettacolo “Chi resta” di Carmelo Rifici
con il Coordinamento dei Familiari delle Vittime della Lombardia
A 100 passi dal 21 marzo, radici di memoria, frutti d'impegno

sabato 25 gennaio 2014

DISSE DON CICCIO

Mi dovete ascoltare come a nonno, come a un padre. Perché voi non mi credete, ma vedete che è la verità non mi trovai mai un giorno in discoteca, non stato mai offeso da una persona, ho lavorato per la mia famiglia ma non cose... Di avere un'associazione di stampo mafioso, mi dovete perdonare, magari posso anche sbagliare però sbaglio in buona fede. Un cristiano che non è uscito mai di sera... che mafioso e'? Stanotte mi lavoravo il giardino... Ma un mafioso , non è che un mafioso si coltiva il giardino, si fa cose della famiglia.  Il mafioso va... scusate la parola che ci siete voi, dottoressa, a qualche donna, ma io non sono stato mai... Io non insultai nessuno, dottore, non sono qui a dire non faccio il mafioso a uno che sono innocente. Ma come gli date un'associazione mafiosa, che io ho lavorato, mi guadagno cento lire, cento euro.... Com'è un mafioso, un cristiano, a queste condizioni?... Ho settantaquattro anni... è un buttate un cristiano in galera per mafioso? E io che sono mafioso, uno che ha cresciuto quattro figli che li cacciai dalla droga e salvai in questi anni centinaia di cristiani, non mi vanno nella droga, e ci date un così mafioso a un cristiano? E se volete vi posso portare anche le prove, quanti cristiani cacciai dalla droga, l'unico vergine in Italia, non in Italia al mondo ... Un mafioso non trova la droga, non smuove, non imbusta i soldi, e che mafioso sono? E un cristiano e' un mafioso.... diciamolo tra di noi, giudice, che mi fanno un processo, un cristiano mafioso la mafia gli ammazza due fratelli, mi ammazzarono un fratello quarant'anni fa, trentacinque anni fa, quarant'anni fa, e io mi salvo una figlia, mi prendo la valigia e me ne vengo a Milano, io faccio il servo e lo chiamate mafioso.

Udienza del 2 luglio 2010 davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Gennari

Francesco Don Ciccio Valle e' stato condannato a 24 anni di carcere nel 2012.

domenica 19 gennaio 2014

IL DETTO (E NON DETTO) RIGUARDO AL PONTE SUL TICINO

Sono settimane che il sindaco di Vigevano, Andrea Sala, alza la voce rivolgendosi a svariati enti (Regione in testa) e associazioni pro o contro la superstrada di collegamento Vigevano-Abbiategrasso-Malpensa, a causa dei rallentamenti nei lavori per la costruzione. Pagamenti mancati o spalmati su troppo tempo, blocco dei lavori, soldi mancanti o girati su altre opere lombarde: il mistero è una ragnatela in continua espansione. 
Ora, noi siamo soliti trattare di mafia e di antimafia in Provincia e Regione, ma non è questo il caso. 
Tuttavia, i due argomenti sopra citati sono strettamente legati ad un un macro tema, quello della Legalità, che qualcosa, qui, c'entra. 
Questa è una storia sul detto (e non detto) riguardo al ponte sul Ticino (opera assai affine al divenire della superstrada di cui sopra), della cui realizzazione sono anni che se ne parla, fermandosi però alle chiacchiere. Prima di iniziare ricordiamo che non sono in corso né previste delle indagini quindi non vi sono indagati, sul territorio vigevanese.
La storia di cui vogliamo rendere partecipi i lettori ha inizio in data 05/11/2009, quando l'ente Provincia di Pavia (committente) sottoscrive la GUERRINO PIVATO s.p.a. come soggetto mandatario del raggruppamento imprese per la realizzazione del ponte sul Ticino. La società consortile per la realizzazione dell'opera è composta dalla suddetta GUERRINO PIVATO con, in aggiunta, ACHILLE FADALTI s.p.a. e ALGA s.p.a. come aziende mandanti.
Successivamente la GUERRINO PIVATO s.p.a. vende i propri rami d'azienda, tra i quali quello relativo al ponte sul Ticino, alla Cooperativa edil strade imolese (CESI). La tanto citata, dai media e non solo, Crisi economica non risparmia le aziende, lo sappiamo, e i fallimenti sono dietro l'angolo. Le vicende del ponte sul Ticino sono costellate da sfortunati incidenti economici per le aziende interessate (richieste di fallimento, esami dei creditori, concordato preventivo), dopotutto il periodo è quello che è. 
In data 12/06/2012 la situazione è la seguente: GUERRINO PIVATO ha ceduto a CESI, ACHILLE FADALTI, già in liquidazione, ha ceduto a IMPRESA POLESE s.p.a.
Rimangono perciò CESI, come impresa mandataria e purtroppo a rischio fallimento, ALGA s.p.a. anch'essa con problemi economici e IMPRESA POLESE s.p.a. come mandanti.
Fin qui abbiamo ricostruito, in breve, i movimenti (di crisi) economici. Quello che tuttavia risulta più interessante riguarda una delle aziende: ALGA s.p.a. Il giornalista ed editore Giovanni Giovannetti si era già occupato sul suo blog di questa azienda (qui il link: http://sconfinamento.wordpress.com/2013/09/20/il-ponte-della-mucca/), scrive Giovannetti:

La Provincia di Pavia ha finalmente disposto la gara per la messa in sicurezza del malandato ponte della Becca, al cui capezzale fino a ieri ha vegliato in solitudine l’ing. Gian Michele Calvi, già autore della “perizia giustificativa” nonché della direzione lavori di «somma urgenza» (eppure durati tre anni) e perciò assegnati in via diretta, senza bando di gara: lavori costati complessivamente più di 8 milioni di euro, che non hanno risolto il problema. (...) Nel suo articolo sulla “Provincia Pavese”, domenica 21 luglio Maria Fiore scrive che le opere «sono state eseguite in parte dalla ditta Icop e in parte dalla ditta Damiani di Villanterio». I Damiani – costruttori di Green Campus – ormai li conosciamo, poiché stanno sempre più spopolando su questo blog. (...) Nell’articolo tuttavia non si cita Alga spa di Milano – ma con stabilimento a Montebello della Battaglia, in provincia di Pavia – altrettanto “benemerita”, e forse per questo motivo incaricata della «fornitura di quattro appoggi» (a dirla tutta, non viene citato nemmeno il Calvi: un’ingiustizia…)

Una delle due aziende mandanti per la costruzione del ponte sul Ticino, ALGA s.p.a. appunto, ha avuto qualche problema anche in quel dell'Aquila, per gli interventi del dopo terremoto. Agostino Marioni, amministratore delegato di ALGA s.p.a., inizialmente indagato dai magistrati della Procura abruzzese con l'accusa di frode in forniture è stato rinviato a giudizio nell'autunno scorso. In un primo momento è stato indagato anche Michel Bruno Dupety, l'allora presidente del consiglio di amministrazione di ALGA s.p.a., poi scagionato dall'inchiesta penale. Nell'ambito dei controlli sui luoghi di lavoro di realizzazione delle new town aquilane, gli investigatori hanno scoperto che gli isolatori sismici (di cui una delle aziende fornitrici è stata appunto ALGA s.p.a.) che dovrebbero proteggere gli aquilani da nuove scosse, non erano poi così sicuri. Alcuni test sulla resistenza di tali opere, svolti in California, hanno permesso di constatare lo spezzarsi e rovinarsi di alcuni degli isolatori. Scrive Giovannetti

A giudizio anche Agostino Marioni, amministratore delegato della società milanese con stabilimento a Montebello della Battaglia, in provincia di Pavia. Alga la ricordiamo tra le ditte chiamate da Calvi al capezzale del malandato Ponte della Becca. Ormai da mesi chiedo invano all’Amministrazione provinciale se i “quattro appoggi” made in Alga collocati solo tre anni fa a ristoro del Ponte (della Becca n.d.r.) sono gli stessi di cui l’ultimo bando di gara richiede l’urgente sostituzione.
Questo, per ora, è quanto.
Chiaramente speriamo che tutto finisca bene per qualunque dei soggetti qui citati, siamo fiduciosi che tutti i lavori saranno realizzati secondo le norme di legge, anche e soprattutto per la sicurezza di noi cittadini.

sabato 18 gennaio 2014

SPARTACO MORTOLA, DA VIGEVANO A GENOVA

"Il 31 dicembre sono stati arrestati Spartaco Mortola, ex capo della Digos di Genova, e Giovanni Luperi, ex dirigente Ucigos."

Spartaco Mortola è proprio quello Spartaco Mortola, il poliziotto che prese il posto di Giorgio Pedone successivamente alla morte di quest ultimo e che arrestò per primo Fortunato Valle nel negozio di Maria Grazia Trotti, a Vigevano nel 1992, nell'ambito del primo blitz che portò il clan di 'ndrangheta in carcere.
Mortola non è l'unico poliziotto antimafia finito nello squallido scandalo genovese, qui l'articolo di Internazionale che riporta la notizia dell'arresto. Troverete altri nomi caldi.

http://www.internazionale.it/news/italia/2014/01/03/arrestati-i-dirigenti-della-polizia-del-g8-di-genova/

giovedì 9 gennaio 2014

PAVA - MILANO, STESSO PIZZO STESSA MAFIA

Agostino Catanzariti e Michele Grillo, entrambi nati a Platì, entrambi classe 1947, entrambi 'ndranghetisti operanti sul territorio del milanese e del pavese. L'8 gennaio 2014 sono stati arrestati per un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. Catanzariti e Grillo, appartenenti alla cosca dei Barbaro-Papalia (quelli di Buccinasco, esatto), sono accusati (anche) di attività estorsiva in Milano e provincia, come a Pavia. Esattamente come il clan Valle, prima di venire fermato dalla Giustizia, la "nuova" 'ndrangheta lombarda ha potuto compiere i propri misfatti grazie all'omertà dei cittadini. Le vittime hanno taciuto, subendo comunque pizzo e violenze. Corsico, Buccinasco, Milano, Casorate Primo (dove risiedeva Grillo), Assago, Rozzano Provincia di Milano, hinterland, provincia di Pavia. Le mani della 'ndrangheta sono sul nostro territorio.

Davide Milosa sul "Fatto" scrive di Catanzariti e Grillo ed i loro stretti legami con Papalia e Barbaro: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/08/a-buccinasco-torna-governo-della-ndrangheta-pm-qui-nessun-vuoto-di-potere/561580/

Matteo Miglietta sul "Giorno" scrive degli arresti che hanno interessato Pavia: http://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/2014/01/09/1007187-ndrangheta-pizzo.shtml

martedì 7 gennaio 2014

CAFÈ DE PARIS, È UN LUOGO DI MEMORIA E VA SALVATO

http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/12/27/news/via_veneto_caf_de_paris_in_crisi_solidariet_per_dipendenti_a_rischio-74609493/

Alemanno, Giglio, Morelli, Lampada. Il Cafè de Paris è un luogo di memoria, uno dei tanti esempi di come la 'ndrangheta ha raggiunto i cosiddetti "colletti bianchi". Il Cafè de Paris è un luogo di memoria, perché è un bene confiscato alla criminalità organizzata.

CAFFÈ DE PARIS, QUANDO ALEMANNO RINGRAZIÒ I LAMPADA

Nel 2008 al Cafè de Paris si svolse una festicciola organizzata dal boss del clan Lampada, Giulio. Gianni Alemanno era in campagna elettorale per diventare sindaco di Roma e partecipò alla festicciola.

GIULIO LAMPADA: "Ma sai, ma sai, ma sai che cosa bella che abbiamo fatto? Un buffet, insomma, senza giochi d'artificio, senza fontane, però, in piccolo, al livello là, al "caffè de Paris" là a Roma, una cosa veramente,
veramente molto bella".
GIULIO LAMPADA: "Tu immagina il Ministro con il microfono in mano, seguimi, "ringrazio il gruppo Lampada, noto industriale calabrese a Milano e il dottore Vincenzo Giglio, noi in un angolino che gli alzavamo la mano tipo "cià, cià, cià"
GIULIO LAMPADA: "Detta dal Ministro, vedi che..."
MARIO: "E' una buona cosa!" (fonte http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/11/30/news/c_anche_il_ministro_gianni_alemanno_alla_festa_organizzata_dal_boss_lampada-25851008/)

Gianni Alemanno, il sindaco dalla croce celtica al collo, non si è accontentato di presenziare alla festicciola organizzata da un boss di 'ndrangheta, ringraziando i "facoltosi imprenditori" (mafiosi). D'accordo, si potrebbe anche sorvolare, dopotutto durante le campagne elettorali sono tante le mani che vanno strette... Tuttavia il sindaco Alemanno (che non è stato indagato), ha avuto almeno un altro (troppo) scomodo rapporto con la famiglia Lampada: "Al battesimo di Elisabetta (figlia di Morelli N.d.r.), spiega Francesco Morelli, il ruolo di padrino sarebbe toccato al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al ruolo da madrina è invece invitata la moglie di Giulio Lampada, Gisella (ossia Giuseppina Immacolata) Zema. (...) Il giorno dopo (11 ottobre 2009 N.d.r.) il Vescovo di Crotone celebra la funzione religiosa. (...) il sindaco di Roma Alemanno arriva puntualmente – insieme a criminali comuni e mafiosi." (Pizza Sangue e Videopoker, p. 110).