sabato 29 marzo 2014

PINO NERI DOCET

Pino Neri, che organizzò un paio di convivi elettorali, a Pavia, in sostegno dell'attuale sindaco Alessandro Cattaneo (Forzi Italia-Pdl). Pino Neri, tessera del P.C.I. (Partito Comunista Italiano) in tasca, che aprì negli anni Ottanta uno studio di consulenza fiscale a Vigevano. Pino Neri che (pare) abbia spinto per  favorire un candidato di Rinnovare Pavia, lista civica in sostegno di Cattaneo alle scorse elezioni amministrative pavesi. Pino Neri, condannato in primo grado a diciotto (18) anni di carcere per associazione mafiosa nel dicembre 2012.

Pino Neri docet:

Questi che siamo seduti a tavola abbiamo tutti pari responsabilità, perché noi questo vogliamo! E questo vogliono gli uomini, questo vuole la logica e la regola! Quindi, ognuno, le regole che hanno stabilito lì giù [in Calabria] che ognuno è responsabile del proprio "locale", tutti sono responsabili della Lombardia. I "locali" in Lombardia per essere riconosciuti in Calabria devono rispondere qua [in Lombardia]. ... D'ora in poi deve stare a "patti e prescrizioni", una di queste regole, per un anno, per un anno, fermi tutti gli operati [ossia le assegnazioni di doti]. Non solo qua, pure in Calabria. Dopodiché, noi più avanti ci incontriamo per vedere come funziona in questa maniera, vediamo se dobbiamo cambiare qualcosa e fra un anno scendiamo in Calabria... Ho appuntamento con gli uomini della Calabria, ci vediamo e discutiamo per vedere il da farsi... Se uno vuole portare avanti qualcuno, la regola è che si deve "passare parere" [cioè attendere il nullaosta], perché vedete, certe volte "passiamo un parere", e un giorno prima l'abbiamo fatto, ma non va bene!... Avrei pensato io, per[ché]... penso che nessuno di noi vuole... "pennacchi"... per il momento... di creare una figura, in mezzo noi, un uomo... una sola figura, un "Mastro Generale" per la Lombardia a cui, ognuno di noi deve passare qualcosa...

L'avvocato Pino Neri, intercettato il 31 ottobre 2009, durante il suo intervento in un summit di 'ndrangheta presso il circolo ARCI di Paderno Dugnano

giovedì 27 marzo 2014

TREZZANO, VIGEVANO = GUZZARDI-DI MARCO

Buone notizie da Trezzano sul Naviglio (MI)

Una villa di 180 mq di proprietà del boss di Cosa nostra Salvatore di Marco, del clan Guzzardi di Marco, si è oggi trasformata in "casa libera", un presidio dell' Associazione Libera, dove si farà informazione contro le mafie e verrà aperto uno sportello antiracket e usura. (http://video.repubblica.it/edizione/milano/milano-la-villa-del-boss-diventa-uno-sportello-antiracket/160590/159079?ref=HREV-1)

Il clan Guzzardi, cosa nostra, ha avuto in mano per un lungo periodo il mercato della droga a Vigevano, sull'asse Vigevano-Trezzano, appunto.
Salvatore Di Marco, boss anch'egli implicato nel mercato della droga ("polvere bianca" ed eroina) ha vissuto anche a Vigevano, in un appartamento in via Seregni, confiscato nel 2004 e assegnato nel 2006 al Comune che inizialmente ne ha fatto un alloggio per indigenti. Purtroppo dal 2011 il bene risulta sfitto.

mercoledì 26 marzo 2014

VIGEVANO, RAGAZZI CONSAPEVOLI

Un percorso di educazione alla Legalità cui hanno preso parte alcune della classi del liceo Cairoli di Vigevano (scuola iscritta a Libera), organizzato dai ragazzi del presidio di Libera di Vigevano. Un progetto che ha portato a galla la consapevolezza di studenti tra i 14 e 16 anni, conoscitori del fenomeno mafioso. Vigevano, come buona parte del Nord Italia, è  stato ed è territorio di mafie, 'ndrangheta su tutte. Quando il clan Valle veniva arrestato, processato e condannato, gli studenti non erano ancora nati, eppure, pur non conoscendo le vicende che hanno intaccato la città in cui vivono, hanno piena coscienza di cosa siano le mafie.

QUI IL VIDEO INTERVISTA AD ALCUNI DI LORO: https://www.youtube.com/watch?v=gTg96qMWEZE

lunedì 24 marzo 2014

27 MARZO, ORE 16, MORTARA

Giovedì 27 marzo, alle ore 16, Andrea Ballone e Simone Satta presenteranno Pizza, sangue  e videopoker. Come la  ‘ndrangheta si è strutturata al Nord, da Vigevano in Lombardia a Mortara, presso la biblioteca comunale "Civico17" di via Vittorio Veneto.
Quarto invito in uno spazio pubblico, dopo quelli alla biblioteca civica di Vigevano, a Milano per il Festival dei beni confiscati e alla biblioteca di Trecate. La speranza è che tra il pubblico siano presenti degli amministratori locali, in modo tale da poter scambiare opinioni con loro.
Non sempre si sono presentati. A spiccare sono state le assenze del sindaco di Vigevano, Andrea Sala, della Lega Nord (come il chiacchierino, con il boss Pino Neri, lo ricordiamo sempre, consigliere regionale Angelo Ciocca), anche invitato ufficialmente il 5 aprile 2013 a Vigevano, presso il cinema-teatro Odeon, e quella di Alessandro Cattaneo, sindaco Forza Italia di Pavia (che un paio di convivi da campagna elettorale se li è fatti pagare, a sua insaputa certo, dal boss Pino Neri).
Avranno certamente avuto di meglio da fare, mancherebbe altro.

LEGGI QUI: http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2014/01/09/news/storia-locale-curiosita-e-tracce-di-musica-del-territorio-1.8439380


venerdì 21 marzo 2014

OGGI, 21 MARZO, MEMORIA. DOMANI E DOPO, ANCHE

Oggi è il 21 marzo e come ogni primo giorno di primavera, dal 1996 si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. In molte piazze d'Italia saranno organizzate iniziative incentrate sulla lettura delle oltre NOVECENTO (900) vittime innocenti di mafia.
Vigevano non sarà da meno, il presidio di Libera sarà presente in piazza Ducale dalle 17:00, per ricordare e riflettere insieme alla cittadinanza. La stessa cittadinanza martoriata dal clan Valle negli anni Ottanta e Novanta, dalle sparatorie degli ultimi anni, da altri personaggi discutibili, come Cotroneo e Feratti.

Domani invece, ad Abbiategrasso, l'Officina del Territorio organizza “A quel gioco non ci sto – Spegni le slot e usa la testa!”, giornata dedicata al gioco sano.

All’interno della battaglia al gioco d’azzardo e alla piaga sociale delle slot machine, l’iniziativa vuole essere un incentivo al pubblico a conoscere una modalità di divertimento sana e a usufruirne nei locali che, con coraggio, resistono al guadagno facile delle macchinette mangia soldi sull’esempio di www.noslot.org e www.senzaslot.it.

QUI PER SAPERNE DI PIÙ: http://www.officinadelterritorio.it/aquelgiocononcisto/

lunedì 17 marzo 2014

TREVIGLIO, ANTIPATICHE NOTIZIE

Il commissariato di Pubblica sicurezza di Treviglio sarà soppresso a seguito della razionalizzazione programmata dal ministero dell’Interno. Si tratta del presidio di polizia 


che ha dato un contributo decisivo all’ultima indagine anti ‘ndrangheta che si è svolta al Nord, quella che ha portato alla scoperta di una “banca della ‘ndrangheta” dalle parti di Seveso, in provincia di Monza e Brianza. Nella bergamasca risiedevano 3 personaggi di spicco dell’associazione mafiosa, arrestati dieci giorni fa. (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/03/16/bergamo-soppresso-il-commissariato-anti-ndrangheta-vitale-contro-il-crimine/270221/)

Treviglio, in provincia di Bergamo, ha un poco felice legame con Vigevano: in una cascina in via Calvenzano a Treviglio, demolita un paio d'anni fa circa, rimase prigioniero Pietro Torrielli, imprenditore vigevanese recentemente scomparso

Pietro Torielli, 34 anni, figlio del Cavalier Torielli, industria-
le molto noto in città, viene rapito mentre sta ritornando
a casa. Vigevano non appena apprende la notizia cade nel
panico. È il secondo rapimento che avviene in Italia, ed ac-
cade proprio nella città, a quell'epoca una città tranquilla,
simbolo dell'Italia provinciale. Fino alla liberazione di Pietro
Torielli i giornali scelgono questa linea "collaborativa" con la
polizia. La prima parte di questa vicenda si conclude il 9 feb-
braio 1973. Fino a questa data i giornali locali non dedicano
molto spazio o approfondimento al fatto di cronaca. Questo
può essere motivato in parte dall'atteggiamento di collabo-
razione con le forze dell'ordine, ma anche dal fatto che per i
giornalisti vigevanesi si tratta di una vera e propria novità.
Fino ad allora in tutta la Lomellina non era mai accaduto
un fatto di queste dimensioni, e che coinvolgesse personaggi
legati agli ambienti mafiosi. La cronaca nera sui giornali lo-
mellini era quasi inesistente, e le notizie erano quasi sempre
incidenti, furti, risse e qualche rapina realizzata in modo
molto grossolano, che raramente andava a buon fine. Con il
sequestro Torielli Vigevano scopre invece un parte di sé che
non conosceva, quella della malavita organizzata di stampo
mafioso. I giornali ne parleranno soltanto dopo il rilascio del
giovane. Torielli viene rilasciato dopo cinquantuno giorni e dopo il pagamento di un miliardo e duecentocinquanta milioni di lire – oggi
circa dieci milioni di euro – di riscatto. (Pizza sangue e videopoker - p. 21)
L'asse Vigevano-Treviglio è stato, in passato, sostenuto (anche) dagli affari della criminalità organizzata. I rapitori di Torielli

si erano messi in contatto con la famiglia dell’industriale tramite Michele Guzzardi, imprenditore edile e fidanzato della figlia del custode di casa Torielli: era lui a recapitare a casa le lettere del rapito e sempre a lui era stato affidato il compito di consegnare il denaro del riscatto ai sequestratori. Che il suo ruolo non fosse semplicemente quello del “postino” fu però ben presto chiaro alle forze dell’ordine che, analizzando il suo giro di frequentazioni e conducendo indagini approfondite sia su di lui che sui suoi conoscenti, riuscirono ad arrivare alla conclusione che dietro al rapimento vi era la longa manus di Luciano Leggio detto “Liggio”,la “primula rossa di Corleone”, boss di Cosa Nostra latitante a Milano – dove viveva con una donna ignara della sua doppia vita dalla quale ebbe anche un figlio; nel capoluogo lombardo fu arrestato nel ’74; proprio con il rapimento dell’industriale ducale e successivamente del conte Rossi di Montelera, inaugurò la stagione dei sequestri anche fra le nebbie padane. Con questi fondi Cosa nostra fu in grado di finanziare le attività criminose successive.(http://www.araldolomellino.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3944)

La storia, ma anche l'attualità in questo caso, dovrebbe essere di insegnamento. La razionalizzazione dovrebbe essere fatta sempre con criterio. Le mafie si sconfiggono conoscendo i territori in cui si muovono e promuovendo risorse a favore di chi suin quelle zone è attivo nel contrastarle.

martedì 11 marzo 2014

PAVIA, IL SINDACO PARADOSSALE

Alessandro Cattaneo, sindaco più amato d'Italia (secondo i sondaggi di Governance Poll 2013 condotti dalla società Ipr Marketing), combatte il male (affare) con supporti quanto meno paradossali: è recente la notizia che il consigliere Giovanni Demaria sarà ricandidato alle prossime, e a breve, elezioni amministrative del capoluogo pavese (città che detiene il record a livello nazionale per la presenza di slot e videolottery, nonché di spesa pro capite per il gioco) a sostegno del, anch'egli ricandidato, attuale sindaco. Demaria  è stato eletto alle scorse elezioni per la lista Rinnovare Pavia, chiacchierata per motivi legati ad un candidato fatto votare dal boss Pino Neri, ed è dipendente della Royal Games, azienda attiva nel settore delle macchinette. Cattaneo dice di voler contrastare la situazione drastica della sua città, per quanto concerne il gioco, ma così è come essere vegetariani e presiedere un'industria dedita al macello di suini, più o meno.
Di un anno fa, poi, la notizia che il sindaco rottamatore del centro-destra abbia avuto rapporti elettorali, cena e aperitivo cui Cattaneo partecipò, con Pino Neri il quale si era attivato per la campagna in vista delle elezioni, vinte proprio da Cattaneo. Il sindaco più amato del Bel Paese partecipò quindi a eventi mondani dedicati alla raccolta voti, organizzati da colui che a Paderno Dugnano alcuni mesi dopo, nel circolo Arci Falcone e Borsellino, fu eletto traghettatore e capo locale della 'ndrangheta in Lombardia. Chiaro, Cattaneo non conosceva il curriculum di Neri. Però Neri appoggiava Rinnovare Pavia (almeno un candidato, pare) il sindaco ha vinto le elezioni anche con i voti di Rinnovare Pavia. Un'antimafia scomoda, ecco. Ancora, un po' come essere vegano e bere il latte ogni mattina, più o meno.

QUI I LINK: http://sconfinamento.wordpress.com/2012/12/06/sindaco-cattaneo-dimettiti/

QUI I LINK: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/11/pavia-cattaneo-fa-guerra-alle-slot-ma-ricandida-dipendente-royal-games/907893/

lunedì 10 marzo 2014

CORPI DI REATO, ARCHEOLOGIA VISIVA DEI FENOMENI MAFIOSI

Un progetto per sollevare il tappeto e permettere a tutti di vedere lo sporco lì sotto accumulato. Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco hanno ideato Corpi di reato per ridare

alle mafie un orizzonte visibile seguendo i tanti segni lasciati sul territorio, ma anche mostrare il vuoto, l’assenza provocati dall’azione criminale: aule deserte di comuni commissariati, cantieri sequestrati, tutta la geografia disegnata dalle indagini di polizia, dagli avvistamenti dei latitanti, la ricerca dei covi.
Da qui l’esigenza di riportare allo sguardo il prodotto di anni di guerra contro la mafia, un mosaico di aule di tribunali, reperti giudiziari, carcasse di automobili, foto segnaletiche, mausolei dedicati agli eroi, bunker. L’immagine fotografica permette di mostrare esempi della natura manifesta dei fenomeni mafiosi, per poi rappresentare il confine oltre il quale tutto ciò svanisce di nuovo, e prendere atto della linea d’ombra oltre la quale la mafia svanisce, scivolando in una quotidianità anonima.
Già dieci anni fa si diceva che le mafie stessero diventando invisibili, celate dietro una maschera di normalità: Corpi di reato vuole tentare di ridare un’immagine alle mafie, così da creare un filo visivo che unisca la stagione cruenta di vent’anni fa alla zona grigia dove invece prosperano oggi.
QUI IL LINK: http://www.zona.org/progetti/corpi-di-reato/

In questi giorni Tommaso ed Alessandro stanno girando la Lombardia, anche Vigevano per i beni confiscai ai Valle...

mercoledì 5 marzo 2014

FOLLOW THE MONEY, DOVE INVESTE LA MAFIA

Dove investe la Mafia S.p.a.?
Una mappatura basata sulla ricerca di Transcrime, Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Università degli Studi di Trento, finanziata dalla direzione generale Affari interni della Commissione europea lo spiega:

QUI IL LINK: http://www.cattolicanews.it/studi-e-ricerche-dove-investe-mafia-spa

martedì 4 marzo 2014

LA MAFIA AL NORD NON C'È(RA)

Giuseppe Pensabene, legato alla cosca Imerti-Condello (come il clan Valle), co-reggente della locale di Desio provincia di Monza-Brianza (nordissimo), è riuscito ad allestire la struttura "bancaria" della 'ndrnagheta. Una filiale 'ndrnaghetista a Seveso, provincia di Monza-Brianza (nordissimo). Pensabene è stato arrestato insieme ad altre 46 persone nella recente operazione guidata da Alessandro Giuliano e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, guidata dal procuratore Ilda Boccassini.
Il sistema gestito dalla locale ‘ndranghetista di Desio si poggiava su una rete di società di copertura e sulla disponibilità di dipendenti postali, bancari e di imprenditori (Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ndrangheta-33-arresti-in-lombardia-organizzazione-gestiva-banca-clandestina/901282/).
Non stupisce, purtroppo, e non deve stupire che i soggetti esterni alla cosca, quindi non affiliati, fossero a conoscenza delle radici criminali dei loro partners. È così che funziona, soprattutto al Nord: il silenzio di chi sa, la convivenza interessata di chi può.
La mafia siamo noi, che prepariamo alle mafie il terreno in modo tale che loro possano piantare radici. La palude dei diversi clan di mafia, 'ndranghetisti o meno, siamo noi. Noi, quando taciamo ma sappiamo. Noi, quando ci chiediamo cosa possiamo fare, senza compiere il passo successivo all'interrogazione, cioè agire: vivendo onestamente, secondo le regole civili, la legalità. Vedendo, sentendo, parlando!
Per alcuni operatori economici la mafia rappresenta un vincolo, per altri un’opportunità”, scrive il gip. Perché, sempre secondo i magistrati antimafia di Milano, tutti gli imprenditori che entravano in contatto con l’organizzazione di Pensabene conoscevano la sua natura criminale. Ma proprio per questo cercavano di trarne il maggior profitto possibile per le loro attività. E anche quelli che venivano minacciati, non denunciavano i mammasantissima. Dall’operazione condotta dalla mobile milanese emerge un’altra figura: quella dell’imprenditore che viene assorbito dall’organizzazione.
(Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ndrangheta-33-arresti-in-lombardia-organizzazione-gestiva-banca-clandestina/901282/)
Già, come troppi altri, l'esempio dei Valle-Lampada ha permesso di conoscere il "nuovo" modo di agire dei clan nel Nord: pochi o nulli spari, tanta corruzione e amicizie tra i "colletti bianchi", questi ultimi pronti a dare una mano alla criminalità organizzata per averne un guadagno. E i cittadini? Zitti.